Campagna VOTI A PERDERE

La scuola può produrre emancipazione dei soggetti, riuscendo a garantire a ciascuno, accanto all’esperienza della dignità, del valore personale, sociale, l’esperienza del successo formativo e il sentimento di auto efficacia. Oppure normalizzazione che, in una società non egualitaria, si traduce nel mantenere, (se non nell’amplificare) le differenze di ingresso economiche, sociali, culturali degli alunni a scuola. Per produrre emancipazione non servono VOTI. Aderite alla CAMPAGNA VOTI A PERDERE!

Un futuro senza storia

Non siamo gli unici a rilevare una preoccupante carenza nell’insegnamento della storia e una disattenzione generale della politica scolastica su questa fondamentale componente della formazione dei cittadini.
Un contributo di G. Cavinato e un link all’articolo d F. Lorenzoni su Repubblica.

La ferita più grande

Il Movimento di Cooperazione Educativa esprime solidarietà all’insegnante di Palermo sospesa dall’Ufficio Scolastico Provinciale. È tempo di esprimere con più forza e determinazione la nostra responsabilità politico-pedagogica, di stare con consapevolezza nella nostra posizione di lotta per la difesa della scuola pubblica e per un’Italia più giusta. Firmate la petizione.

C’è posta per Bussetti

“A nessun insegnante, neanche ai più conservatori, può venir in mente che in classe si possa dare priorità a qualche allievo per il colore della pelle, bianco, giallo, nero che sia, né che tale criterio possa orientare la gestione delle classi.” Così inizia la lettera del Forum per l’Educazione la Scuola del Piemonte al Ministro Bussetti.

Formare cittadini consapevoli: torna l’ora di educazione civica nelle scuole

Una delle invarianti pedagogiche di Freinet dice “Si prepara la democrazia di domani con la democrazia a scuola”. La scuola/classe è un territorio collettivo in cui i valori della democrazia, la partecipazione attiva non devono essere solo insegnati, ma devono essere fatti principalmente vivere concretamente.

Il tempo mensa è tempo scuola

Appello del Tavolo Saltamuri al Ministro Bussetti. L’esclusione che le diverse forme di trattamenti differenziati (pasti ridotti, cibi portati da casa, raggruppamenti a base etnica, …) durante il tempo educativo della mensa devono essere considerate discriminanti.