Il piano per la scuola-estate 2021, emanato con circolare del ministero, apre in buona parte alle proposte e alle richieste espresse dalle Associazioni Professionali.
In particolare, la consapevolezza che spetta alla scuola costruire percorsi di collaborazione con tutti i soggetti disponibili sul territorio, per dare vita ad esperienze educative piene di significato per l’infanzia e l’adolescenza, provate da mesi di esperienza inedita, sofferta, talvolta drammatica.
Una scuola aperta, con le porte aperte su tutti gli spazi disponibili per ricostruire socialità, relazione con il mondo, rimotivazione all’apprendimento anche attraverso una riconquista degli affetti, della vicinanza, dei luoghi.
Sarà fondamentale assicurare alle scuole il funzionamento del previsto supporto tecnico e operativo per l’utilizzo delle risorse disponibili e per garantire sostegno, indirizzo, collaborazione.
Tutto il piano per l’estate deve essere l’occasione per rilanciare la partecipazione e l’impegno delle associazioni professionali e delle OO.SS., che è mancato nella fase preliminare e va assicurato ora, nella fase di avvio e gestione del processo.
É essenziale che il piano estate non rappresenti una parentesi consolatoria, transitoria, concepita e realizzata solo come risposta illusoria alla emergenza Covid.
La scuola non ha bisogno di “ristori”, né di una sterile logica di recuperi scolastici, ma di interventi capaci di guardare al futuro, sperimentando – a partire da questa estate – il dialogo scuola- territorio.
Per queste ragioni occorrono misure strutturali, un ampio, coinvolgente e condiviso “patto per la scuola” che preveda risorse adeguate e costanti, e che sia capace di affermare la responsabilità pubblica dell’istruzione e dell’educazione.
Solo in tal modo il piano estate rappresenterà davvero un ponte verso un nuovo inizio, sempre che il nuovo inizio, a partire dal prossimo anno scolastico, sia assicurato per tempo con tutte le garanzie necessarie, in termini di organici, risorse e protocolli di sicurezza.