La bozza di indicazioni appena pubblicata dal ministero per noi è inaccettabile, innanzitutto per due motivi: per come è stata condotta tutta l’operazione di revisione lasciata in mano a gruppi di esperti di ogni settore disciplinare senza che i criteri di questa scelta siano stati minimamente condivisi e che hanno avviato un lavoro di revisione senza tenere conto della necessaria coerenza tra le varie parti, come se avessero lavorato per compartimenti stagni; per come “non” sono state coinvolte le scuole e gli insegnanti che sarebbero stati i primi a dover manifestare questa esigenza di cambiamento. A questo proposito, noi, come associazione, avevamo espresso nell’unico incontro concessoci con la commissione Perla, la nostra contrarietà ad un’opera di revisione di cui nessuno sentiva la necessità, semmai per noi era ed è tuttora importante investire in formazione degli insegnanti rispetto a quei contenuti.
Temiamo che tutta questa operazione porti l’attenzione dell’opinione pubblica su un argomento che sta sollevando molto dibattito a discapito di altri problemi molto più urgenti da risolvere per far funzionare meglio la scuola nel suo complesso. I problemi di struttura del corpo docente ad esempio, di salario, di investimenti: in questi anni la scuola ha solo sempre subito tagli e quando con i fondi europei ci sarebbero finalmente state delle risorse, si è fatta la scelta di investire tutto sulla cosiddetta “transizione digitale” lasciando inalterato il quadro complessivo o, peggio, facendolo arretrare. L’enfasi della bozza Perla sul digitale è indicativa della strada imboccata da questa commissione: puntare sulle tecnologie per rinnovare la scuola quando i problemi da risolvere riguardano principalmente la carenza di formazione degli insegnanti.
All’interno del Movimento di Cooperazione Educativa abbiamo esperti di tutte le discipline, insegnanti che da anni operano nel campo della formazione e della ricerca con contatti continuativi con molte università. Quindi ci sono le competenze per entrare nel merito di questo documento e analizzarlo non in modo superficiale e affrettato, ma portando argomenti validi per contraddire tutte quelle parti che a nostro avviso sono in netto contrasto con i principi ispiratori del nostro Movimento, la pedagogia popolare di Célestin Freinet, rivisitata nel tempo con riferimenti al socio costruttivismo, alla ricerca di connessioni tra le discipline, alle sperimentazioni pedagogico didattiche più recenti e, soprattutto, ai valori della Costituzione, in questo documento spesso dimenticata se non contraddetta.
E questo é ciò che abbiamo cominciato a fare organizzando subito dei gruppi di lettura del documento per costruire prima di tutto una conoscenza comune e da questa partire per approfondirne tutti gli aspetti critici alla luce della nostra settantennale esperienza didattica. Sentirete ancora la nostra voce.
La segreteria nazionale del Movimento di Cooperazione Educativa.