La ferita più grande

«È LA FERITA PIÙ GRANDE DELLA MIA VITA PROFESSIONALE»
Sono le parole della collega Rosa Maria Dell’Aria, insegnante in un Istituto superiore di Palermo, dopo essere stata sospesa per 15 gg con dimezzamento dello stipendio dall’Ufficio Scolastico Provinciale di Palermo per non aver vigilato sul lavoro dei suoi alunni.
Durante la manifestazione per la Giornata della memoria il 27 gennaio scorso i suoi studenti di seconda hanno proiettato, per i compagni delle altre classi, un Power Point in cui c’era un’immagine divisa in due parti: un IERI con un titolo del Corriere della Sera “Le leggi per la difesa della razza approvate dal Consiglio dei Ministri”, un OGGI con l’immagine di Matteo Salvini radioso per l’approvazione del Decreto Sicurezza.
È partito da qui il solito tweet in cui un attivista di destra invitava il MIUR a intervenire.
E questa volta, il ministro Bussetti si è attivato!
C’è stata un’ispezione a scuola, ascoltati gli studenti, fatta intervenire la Digos…
La colpa dell’insegnante? Non aver criticato/impedito/censurato il lavoro dei ragazzi che hanno notato “che in alcune parti il decreto sicurezza lede diritti fondamentali». Come loro stessi hanno raccontato.
Gli insegnanti MCE si riconoscono nel lavoro e nella professionalità dell’insegnante Dell’Aria.
Sperimentiamo ogni giorno quanto sia difficile fare della scuola, della classe un luogo capace di dare ascolto, dignità, opportunità di confronto. Ci sforziamo costantemente nel cercare, per ogni percorso didattico proposto, di dare senso all’azione educativa soprattutto recuperando la distanza fra scuola e società. Perché la scuola non può essere separata dal mondo. Progettiamo e lavoriamo per rendere tutti capaci di ricercare, comprendere i fatti del mondo in cui viviamo, lavorando attraverso la pratica della ricerca per la formazione di menti libere da pregiudizi, flessibili e creative, capaci di connettere pensiero e azione, immaginazione e azione sulla realtà e di apprendere così la complessa arte della convivenza. Il nostro compito è educare allo spirito libero, al pluralismo di idee, al confronto tra fatti. Per questo nella nostra scuola vige la libertà d’insegnamento e il pluralismo delle idee.
È un mandato costituzionale che non può essere messo in discussione da nessun governo.
Questo provvedimento disciplinare non solo è un attacco al lavoro di ogni insegnante, ma è un attacco alla stessa democrazia. È il tentativo di creare anche dentro la scuola un clima di diffidenza, paura. È il tentativo di “aggredire” la partecipazione democratica, l’espressione libera, il diritto di critica, proprio nel luogo dove invece gli insegnanti sono chiamati dalla Costituzione ad educare bambine/i, ragazze/i alla cittadinanza attiva.
Non è la prima volta che si tenta di utilizzare la scuola come “strumento di governo” per favorire e produrre adesione acritica, conformismo, passività; per attaccare e indebolire i legami sociali, l’alleanza educativa tra i diversi attori che vivono la scuola.
Lo abbiamo visto con i casi di Lodi e Monfalcone, Cenate di sotto, dove a scuola si è permesso di attuare discriminazioni gravi ai danni di minori. Oggi questo. Il tentativo è lo stesso: subordinare la Scuola a un pensiero, a un’idea di società, a scelte di carattere politico e amministrativo. Farla diventare “dichiaratamente” uno strumento del potere di turno, in contrasto con la Costituzione, con il carattere aperto, inclusivo, plurale che la scuola deve avere.
La scuola è per sua natura sede di convivenza democratica, di accettazione di tutte le differenze, di libertà di pensiero. Gli insegnanti “devono” educare alla libertà e alla critica.
Per questo il Movimento di Cooperazione Educativa, nell’esprimere solidarietà alla prof.ssa Rosa Maria Dell’Aria, invita tutti le/gli insegnanti a firmare per l’immediata cancellazione della sanzione emessa perché ingiustificata, arbitraria, lesiva della libertà d’insegnamento, e minacciosa per una Scuola della Costituzione. È tempo di esprimere con più forza e determinazione la nostra responsabilità politico-pedagogica, di stare con consapevolezza nella nostra posizione di lotta per la difesa della scuola pubblica e per un’Italia più giusta.

Firmate!

Link alla petizione