‘Ragazzi miei, non siamo più soli!’ esclama Freinet all’aprire, nella sua classe di un paesino delle Alpi Marittime in Provenza, il pacco proveniente da un paesino della Bretagna, contenente gallette, conchiglie, lettere, il giornalino ‘Il menhir’. Sono gli anni 20.
La corrispondenza fra classi e scuole è apertura sulla vita: prende in considerazione la vita familiare, culturale e sociale dei bambini, le loro esperienze, amplia il loro universo.
Stimola l’autoespressione, risveglia sensibilità e curiosità; sviluppa immaginazione, creatività, spirito critico, senso estetico, piacere di mettersi alla prova con un impegno costante. Si apprende ad accettare i vincoli necessari per sviluppare dei progetti di gruppo: l’ascolto, il confronto, la scelta, il prendere decisioni assieme, l’assunzione di responsabilità. Richiede di impegnarsi con gli altri per lasciare tracce di sé, per conoscere di più la realtà mondo, per collegarsi ad altri, per comunicare.
E’ una tecnica della scuola moderna che prepara i bambini di oggi a prendere parte nel mondo di domani, vivendo in prima persona l’espressione, la comunicazione, la cooperazione.
La corrispondenza, tecnica di vita, come la definisce Freinet[1], sottende una scelta politica e filosofica dei docenti a favore dei diritti dell’infanzia, della laicità dell’istruzione, della cooperazione internazionale, dei valori di giustizia, libertà, fratellanza e pace nel mondo.
La scrittura viene usata come strumento per comunicare non solo ‘in presenza’ ma anche con chi è lontano. Si apprende a scrivere sperimentando la scrittura non come esercizio tecnico ma come pratica che consente di mettersi in contatto con altri superando i limiti dello spazio e del tempo. [2]
Certo oggi lo si può fare con molte altre tecnologie raffinate e rapide: ma come sostituire l’emozionante apprendimento della lettura tutti assieme tentando di decodificare i giornali murali, le lettere collettive via via più complesse che vengono appese alle pareti? E lo scrivere insieme per comunicare ai corrispondenti avventure, esperienze, progetti?
Si impara a leggere leggendo testi reali. E si impara a scrivere utilizzando da subito la scrittura per comunicare.
L’esigenza di una scrittura corretta e coerente diventa non l’obbligo di adeguarsi a un modello, ma la ricerca di una sempre maggiore efficacia nel costruire la comunicazione.
‘Evitiamo di scrivere per scrivere’, dice Freinet. Ogni testo deve avere un destinatario e uno scopo.
La corrispondenza è un’impresa collettiva, che coinvolge l’intera classe.
Poi via via si costituiscono coppie di corrispondenti, gruppetti per ricerche e monografie.
La scuola che offre nel suo percorso l’esperienza della corrispondenza offre un’opportunità in più sul piano della costruzione di un’identità plurale, delle relazioni, della costruzione di un contesto in cui le persone sono oggetto di interesse e attenzione e si sentono valorizzate, cercate., riconosciute.
Ma l’obiettivo è anche l’incontro diretto, il confronto con l’altro, quindi l’andare a conoscere direttamente i corrispondenti, essere ospiti e a propria volta ospitare. Completando così il percorso dell’uscita dalla propria autoreferenzialità.
Programmare le modalità e le attività da svolgere assieme durante l’incontro è un lavoro impegnativo ma ricco di soddisfazioni.
COSA PUO’ OFFRIRE IL MCE PER FACILITARE GLI SCAMBI:
e poi inoltrala a Giancarlo Cavinato
[1] Tecniche di vita: la pedagogia Freinet indica nella corrispondenza, nel giornalino, nella costruzione collettiva di libri di vita della classe, nell’intervista e nella ricerca, nell’indagine ambientale, nella narrazione di esperienze, nel lavoro per gruppi legato all’organizzazione collettiva della classe, le situazioni reali in cui la parola viene usata nel suo significato di strumento fondamentale per la conoscenza e lo scambio.
[2] N. Vretenar, Introduzione a ‘Cari amici vi scrivo’, ed. Junior Spaggiari, Parma, 2016, pp. 16-17
Nel 2016 la Francia ha emesso un francobollo dedicato a Célestin e Elise Freinet riconoscendone la profonda valenza educativa e formativa della loro pedagogia.
Cogliendo l’occasione un’associazione di insegnanti francesi, Les Amis de Freinet, ha lanciato l’idea di attivare la corrispondenza interscolastica realizzando nel contempo un contenitore delle lettere che gli alunni si scambiano, delle buste, abbellite con la tecnica della ‘mail art’ (arte postale).
Il diffusore di tale forma di corrispondenza in Italia è il maestro Cristiano Paganin del gruppo MCE di Venezia Mestre che ha costituito una rete di scuole con incaricati di raccogliere e inviare le lettere (‘collettori’) nella propria scuola e di distribuire la posta in arrivo. Chi volesse inserirsi in tale circuito, che si è esteso da Marsala a Pinerolo, con corrispondenze con la Francia e il Brasile, può scrivere a maestrocristiano@libero.it
Con le buste e le lettere vengono periodicamente organizzate mostre in uno dei territori coinvolti con l’apporto dell’associazione filateliche del territorio e il relativo annullo del francobollo.
La richiesta di abbinamento fra la propria classe con cui avviare la corrispondenza può essere rivolta al nazionale a gccavinato@gmail.com così come a Cristiano se interessa in particolare l’esperienza della mail art. Giancarlo Cavinato cura in particolare le condizioni per abbinamenti equilibrati (numero di alunni, ambiente in cui sono collocate le scuole, organizzazione scolastica, orari, segnalazione di interessi particolari, possibilità di visite-scambio…)
La mail art è una forma d’arte, sviluppatasi negli anni Venti del secolo scorso, legata in particolare alle creazioni di Marcel Duchamp e all’Art nouveau.
Si tratta di un movimento artistico popolare, basato sul servizio postale come mezzo di distribuzione delle proprie creazioni artistiche. In questo modo, si crea un legame molto stretto tra mittente e destinatario. Il movimento si è consolidato negli anni Cinquanta e Sessanta, con la costituzione di un vero e proprio network di artisti postali, a partire dal movimento Fluxus, per arrivare alla New York Correspondence School di Ray Johnson.
Il fascino dell’arte postale è dato dal duplice significato della produzione artistica, che include sia il messaggio spedito, sia il mezzo tramite cui si spedisce. In pratica, vi è una compartecipazione all’opera, dato che chi riceve la mail art non è un semplice destinatario, ma deve poi partecipare attivamente al movimento, apportando il proprio contributo creativo e inviando la sua opera ad altri che successivamente faranno lo stesso.
La mail art prevede prevalentemente l’utilizzo di cartoline, carta, collage, francobolli. Tutti noi possiamo cimentarci in quest’arte, utilizzando materiali riciclati e creatività..
Si tratta di realizzare un piccolo ‘capolavoro’ da inviare ad amici e corrispondenti, ricevendone un disegno in cambio. Lo scambio di corrispondenza artistica può avvenire anche fra scuole. La mail art permette al bambino di rappresentare con spontaneità ciò gli suggerisce la fantasia: un piccolo ritratto, un insetto, un fiore o solo un gioco di righe colorate, disegni resi ancora più affascinanti dalla prospettiva di scoprire le creazioni altrui e scambiarsi idee. Si tratta di un modo per ispirarsi di fronte alla vita e alla natura, con occhi sempre nuovi. (da wikipedia)