1. Chi siamo
Il Movimento di Cooperazione Educativa è attivo dal 1951, per costruire processi educativi e sociali che contribuiscono alla costruzione e al rafforzamento di una società più democratica, libera e aperta al cambiamento, e che si ispirano ai principi costituzionali, volti a garantire:
-Uguaglianza dei diritti e delle possibilità
-Accoglienza, rispetto e valorizzazione delle diversità
-Libertà di espressione
-Partecipazione democratica
Dalla sua fondazione l’MCE è stato caratterizzato fortemente dal principio fondante della cooperazione, come valore e come pratica: tra adulti, tra bambini, tra adulti e bambini. Gli insegnanti MCE della scuola pubblica si impegnavano nell’educazione, attraverso strumenti e approcci non tradizionali, spesso superando i confini professionali che venivano loro assegnati dalle istituzioni.
Negli ultimi anni molte delle adesioni al MCE sono, oltre che di insegnanti e dirigenti, di educatori, animatori, operatori sociali e artisti, attivi nel territorio, in associazioni, cooperative e altri enti: figure professionali nuove e variegate che condividono i principi del Movimento e ne rinnovano il senso e gli obiettivi negli inediti contesti sociali contemporanei.
Per approfondire
1. Statuto del Movimento di Cooperazione Educativa
2. Torre di Fine 1976 -1986: apprendistato di professio-nalità docente
3. Riflessioni sull’identità del Movimento
4. Che cosa sono la RIDEF (Rencontre Internationale Des Educateurs Freinet) e la FIMEM (Federazione Internazio-nale Dei Movimenti Di Scuola Moderna)?
2. Analisi del contesto esistente
La realtà sociale, culturale e politica italiana è segnata sempre di più dalla frammentazione sociale e dall’instabilità economica. I processi educativi formali e non formali subiscono gli effetti di questo contesto faticando a trovare una visione generale condivisa nei territori locali. I gruppi sociali più deboli (migranti, precari, classi popolari, deprivati in genere) non trovano risposte alle loro necessità materiali, relazionali e culturali, che vengono sempre più delegate alle iniziative dei singoli.
I gruppi sociali prima garantiti, come gli insegnanti della scuola pubblica e le nuove generazioni di insegnanti ed educatori del territorio vivono una stagione di nuove difficoltà: i primi sono indeboliti dal vedersi sempre più minacciati i diritti acquisiti; i secondi sono caratterizzati dalla precarietà esistenziale e lavorativa, che non permette né un efficace intervento educativo a medio e lungo termine, né la stabilità economica di chi opera nei diversi settori.
Per approfondire:
5. Rispondere ai bisogni, garantire i diritti
3. Che cosa vogliamo fare
Il MCE ha elaborato un patrimonio di pratiche, riflessioni e metodologie che permette a chi lavora in ambito educativo di intervenire in modo consapevole ed efficace nella realtà a lei/lui più vicina, grazie a strategie comuni atte ad affrontare le difficoltà del lavoro quotidiano, superando la solitudine in cui spesso ci si trova ad operare. Il mestiere dell’educare è un processo creativo in cui si realizza un feedback tra teoria e prassi pedagogica per incidere sulla realtà, più o meno problematica. In sintesi, gli elementi fondanti del nostro approccio pedagogico sono:
-I soggetti
-I processi dell’apprendimento
-La ricerca per una didattica viva
-Il rapporto tra emozione e conoscenza
-La relazione educativa
-L’acquisizione della capacità di gestione dei conflitti
-La didattica laboratoriale
-L’uso di linguaggi diversi
-La cura dell’ambiente di apprendimento
-Un metodo aperto al cambiamento
-L’educatore/insegnante tra pratica e riflessione
-La valutazione come valorizzazione
-Il laboratorio adulto nella formazione
-La cooperazione per una comunità di apprendimento
Al centro del nostro progetto poniamo il contrasto verso l’erosione dei diritti sociali e lavorativi e la necessità di riaffermare i diritti della persona nella sua cre-scita evolutiva: diritto all’uguaglianza, al riconoscimento della propria cultura, alla garanzia di spazi e tempi adeguati alle esigenze educative.
In tal senso la ricerca continua all’interno del movimento e può dare contributi rilevanti nella soluzione di molti dei problemi educativi attuali. Tra questi, riteniamo importante interrogarci sull’uso delle nuove tecnologie, per coglierne il reale valore educativo e le potenzialità in ambito didattico, smitizzandole nel contempo come la soluzione di tutti i problemi.
Per approfondire:
6. L’approccio metodologico del MCE
7. Scuola inclusiva e BES: i nodi cruciali
8. L’uso delle nuove tecnologie
9. L’ottica interculturale
10. La dimensione linguistica: lingua madre e italiano L2
11. L’uso di linguaggi diversi
12. La valutazione: un tema cruciale, un impegno con-diviso
13. L’indispensabile cooperazione tra scuola, territorio e famiglie
14. Quale formazione per l’MCE?
4. I fondamenti del movimento come strumenti per questo cambiamento
La cooperazione è al centro del nostro operato, prefigura l’atto educativo all’interno di una comunità in cui si realizzano relazioni paritarie tra i vari componenti.
Cooperare significa lavorare tutti verso un obiettivo comune, portando ciascuno il proprio stile di apprendimento e di capacità socio-relazionale e il proprio patrimonio culturale. All’interno di una comunità cooperativa si costruiscono strutture di appartenenza, linguaggi e canali comunicativi condivisi.
Alla base della cooperazione c’è l’idea di inclusione perché ognuno è portatore di qualcosa di unico e necessario al gruppo.
Per approfondire:
15. La pedagogia di Freinet è ancora attuale?
16. La Cooperazione educativa e il cooperative learning
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